L’esperienza dell’Orto
L’idea di coltivare un orto nella comunità era da sempre nell’aria, ma è stata resa possibile solo nel 2017 grazie alla congiunzione di diversi fattori dovuti anche a incontri con volontari che collaborano con la comunità.
Le ragazze sono state da subito disponibili e l’orto si è trasformato in uno strumento terapeutico importante. Grazie al lavoro con la terra, le utenti hanno potuto approfondire i concetti di «cura» e «coltura», hanno introiettato il rapporto tra il «piantare i semi» e il «raccogliere i frutti» come metafora della vita e del percorso personale: la pianta che nasce è il risultato di un percorso di cura continuo e continuato.
Il lavoro ha creato spirito di gruppo grazie alla condivisione della fatica nel vero senso della parola, dato l’impegno di zappare, seminare e infine raccogliere.
La ripresa dopo l’emergenza #coronavirus – Giugno 2020
Dopo i mesi più difficili scanditi dalla presenza del virus, a giugno le attività sono riprese a pieno regime anche e soprattutto grazie alla presenza di Gigi, volontario, che se ne occupa con passione e dedizione nel rispetto, ovviamente, del distanziamento sociale e con i dispositivi di protezione a tutela delle ospiti e degli operatori (mascherine, guanti).
I frutti dell’orto nel 2018
