Pubblichiamo, con piacere, il resoconto di un percorso di sensibilizzazione al prendere coscienza e confidenza con i propri sentimenti vissuti in specifiche situazioni e sviluppato in carcere di Cremona dal collega Riccardo Manara – Agente di Rete.

«Quello che qui – spiega Riccardo – viene presentato, attraverso quattro brevi racconti, è il frutto di un percorso sulla genitorialità, durato un anno, che mi ha visto impegnato, insieme ad alcune persone ristrette, in un lavoro sulle EMOZIONI».

«Quando si parla di persone detenute in carcere, il termine “spazzatura” viene spesso usato per indicare che queste rappresentano uno “scarto della società”. Non è nemmeno infrequente che i detenuti vengano impiegati per ripulire la spazzatura che “le persone per bene” abbandonano ovunque. Nelle intenzioni di questo scritto c’è la volontà di ricordare a tutti, addetti al sistema penitenziario e “persone per bene”, che dal recupero degli “scarti” si ottengono risultati sorprendenti. In realtà, il titolo “Spazzatura, spazzatura…”, nasce dalla voce di un poliziotto penitenziario che, alle 10:40 di tutte le mattine, attraverso gli altoparlanti collocati in varie zone del padiglione del carcere di Cremona, avvisa i detenuti ed inevitabilmente scandisce…[…]…»

«Queste persone, con coraggio, hanno accettato di provarci e hanno scoperto che, partire da sé stessi non è solamente più gratificante (in quanto su di noi abbiamo un controllo che non possiamo avere sugli altri), ma è anche l’unica strada per raggiungere il livello più alto possibile di soddisfazione dei propri bisogni, ovvero l’auto-realizzazione…[…]…»

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