Con grande dispiacere dobbiamo comunicare che ci ha lasciati COSETTA LAZZARI.

Collega, compagna di mille avventure e, soprattutto, amica vera e sincera, Cosetta è nata a Cremona ed è entrata in cooperativa nell’ottobre del 1985 come operatrice a Pontevico dove è rimasta fino al maggio 2000. Si è poi spostata al Servizio Accoglienza fino all’aprile 2004, poi nella Comunità di Gabbioneta per 2 anni e poi di nuovo al Servizio Accoglienza fino al novembre 2020.

Recentemente abbiamo avuto la fortuna farci raccontare da Lei la sua storia per affidarla alle pagine del libro che abbiamo realizzato in occasione della scomparsa di Don Redento Tignonsini, fondatore della Cooperativa di Bessimo.

Cosetta aveva incontrato Don Redento negli anni della gioventù e, in seguito, aveva deciso di entrare in cooperativa (come detto qui sopra a Pontevico nel 1985).

Qui un brano tratto dal capitolo del libro con la storia di Cosetta:

«A volte affettuoso, altre terrificante»

«Per noi era il “vecchio barba”, a volte era affettuoso, altre volte terrificante in senso buono ovviamente: anche con me ha insistito tanto perché entrassi nel suo coro, […], ma visto che ci si arrabbiava molto se le cose non funzionavano, ho preferito restarcene fuori. «Siete delle capre, capre!! Non capite niente! Ma come si fa, come si fa?»… glielo sentivo urlare molto spesso ai cantori, ma non perché fosse cattivo o si volesse imporre, ma ci credeva con il cuore e viveva anche quell’attività con tutta la passione che aveva in corpo.

Era un grande, era veramente una persona di cuore e aveva dei valori di riferimento saldissimi, aveva una fede esagerata, era una persona che definirei davvero “illuminata”. E non lo dico per santificarlo o per descriverlo come persona priva di umanità (ripeto la storia del coro) ma era un prete “reale”, perfettamente calato nella realtà, non era quello che faceva la predica restando in alto sul pulpito, era quello che ti faceva vedere, che parlava con l’esempio anche restando in silenzio.

Anche perché sapeva essere molto spiritoso e ti faceva molto ridere, però dentro era serissimo, era una testimonianza vivente, aveva una fede incrollabile e un’empatia indescrivibile. Certo, sembra di volerlo incensare, vero, ma Redento era davvero un’esperienza, era qualcosa che ti restava addosso e che difficilmente riuscivi a lasciarti alle spalle. Ricordo un aneddoto che, secondo me, spiega molto bene cosa…[…]»…

Nei prossimi giorni, poi, torneremo a parlare e raccontare di Cosetta.

Una festa per salutare Cosetta:

Domenica 30 ottobre la famiglia di Cosetta ha organizzato una festa per salutarla. Si, una festa e non un funerale! Cosetta voleva che questo momento fosse di gioia, non di tristezza e così è stato. Anche Noi c’eravamo grazie a Dario e Giovanni (Cimì) colleghi che hanno condiviso con Cosetta tanti anni di lavoro e di amicizia. Ecco il loro messaggio direttamente dalla festa.