Il 5 e 6 dicembre si è svolta a Bari l’Assemblea nazionale del CNCA dal titolo «Mediterraneo Tempo Presente. Umanità. Pace. Resistenza».
Il tempo presente è collettivo.
Il Mediterraneo ci invita a riflettere sull’umanità condivisa che sfida le convenzioni e ci sprona a resistere attraverso l’arte.
Racconta una umanità abitante per la quale la terra e chi la abita sono fondamentali tanto quanto la biodiversità per l’ecosistema. Se le sponde del Mediterraneo si allontanano, aumentano le incomprensioni.
Racconta storie di possibilità e, di fronte ai tentativi di linearità e semplificazione, portiamo il tema della complessità.
I viaggi degli Esecutivi allargati del CNCA fatti in questi anni, raccolti nelle Lettere dalle periferie del Mediterraneo, e le convocazioni delle Assemblee nazionali della federazione nei luoghi del Sud ci hanno detto quanto sia fondamentale accogliere una visione delle controversie limitandone la distruttività, riconoscere la pace in un mondo che cerca di dividerci tra paradossi e conformismo. Siamo ritornati con l’inquietudine di chi vuole stare nelle domande, sovvertire i luoghi comuni e migliorare il mondo per tuttə, non necessariamente per procedure, ma con la «passione di essere nel mondo» (Pasolini).
A Bari vogliamo lavorare per una ecologia dello sguardo, che dia voce agli attraversamenti che compiono persone e culture. Coltivare il nostro non sapere stando dentro posture di curiosità alla ricerca delle strutture e architetture di connessione.
È arrivato il momento di nuova resistenza, della creazione e cura di processi collettivi di cambiamento che dicano il tipo di mondo che vogliamo. aumentando spazi di comprensione e di profondo rispetto per le fragilità.
Come diceva Carmelo Bene, non rimane che volare quando non si può più camminare, e nel Sud si vola.
(Dal sito del CNCA – leggi tutti qui: LEGGI)
Anche due nostri colleghi Giovanni Zoccatelli (Vicepresidente) e Nicola Danesi (Resp. di Comunità) e membri del CNCA, hanno partecipato all’assemblea.
Ecco alcune riflessioni aperte sulle quali si è discusso:
– “Per salvarci dobbiamo raggrupparci. Come le dita di una stessa mano, come le anatre di uno stesso stormo.” (E.Galeano)
– Resistenza dell’umano rispetto all’inumano che ci circonda
– Mediterraneo è uno spazio comune ma anche luogo di morte e di conflitti
– Processi di atomizzazione che sviliscono il lavoro individuale e collettivo.
– Negli ultimi 20 anni siamo stati spinti in una direzione di puri tecnicismi, riaprire tavoli di collaborazione
– importanza delle parole, perchè le parole costruiscono la realtà
– importanza di trovare degli spazi di pensiero
– Europa da stati dei diritti a stati militarizzati?
– Come tenere insieme le differenze nella convivenza?
– Riprendere un percorso di demercificazione dei diritti
– Disobbedienza e preparazione
– Obbedienza all’umanità e ai diritti umani
– Dobbiamo riappropriarci della politica, come diceva Don Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia.”