standard-title Reagardez Moi – Luoghi dell’emarginazione grave

Reagardez Moi – Luoghi dell’emarginazione grave

Aree industriali dismesse
Le aree industriali dismesse, di cui Brescia è ricca vengono utilizzate dai senza fissa dimora, italiani e stranieri, per ricavarne un precario alloggio.
Spesso sono vecchi capannoni, uffici commerciali, semplici container, dove poter stendere coperte all’asciutto, accendere fuochi, cucinare e riposarsi con un “tetto” sopra la testa. Con tutti i rischi del caso.

Carmine
Il quartiere del Carmine, centro storico e culturale della Città è stato in passato il luogo di più alta integrazione sociale e culturale, attraversato e vissuto dai senza fissa dimora e dalle persone svantaggiate fianco a fianco dei cittadini più fortunati.
Il Carmine di oggi è attraversato da due fenomeni dirompenti: il risanamento pianificato fatto attraverso una ristrutturazione architettonica accelerata e con un forte controllo poliziesco e l’impetuoso afflusso di cittadini non italiani con il loro carico di novità e speranze.
Attualmente nel quartiere rimangono alcune zone di prostituzione tradizionale.

Caserma Ottaviani
La Caserma Ottaviani di Via Tartaglia, occupata in passato da senza fissa dimora per dormire al coperto.
Attualmente chiusa e inutilizzata.

La casetta e dintorni
La Casetta, piccolo stabile di servizio delle Ferrovie in via Togni, utilizzata in passato come casa occupata soprattutto da Tossicodipendenti senza fissa dimora.
Sgomberata più volte è oggi inutilizzata e completamente murata per impedirvi l’accesso.

Ex ospedale Umberto 1°
Ospedale Umberto I di via Vittorio Emanuele, luogo molto utilizzato in passato da decine di senza fissa dimora per trovare riparo dal freddo e un alloggio precario.
Sgombrato pochi anni fa è attualmente inutilizzato e con porte e finestre murate per non consentire l’ingresso.

Castello e dintorni
Il Castello, luogo “principe” di vita per i tossicodipendenti bresciani, dove è possibile recuperare le sostanze ma anche mangiare e dormire.
Attualmente è frequentato, soprattutto nei luoghi meno accessibili, dai senza fissa dimora consumatori di sostanze stupefacenti.

Fontane
Le fontane pubbliche, in passato simbolo della Città, utilizzate da tutta la cittadinanza ma indispensabili per chi non ha casa, per fare il bucato, lavarsi o semplicemente bere.
Sempre meno diffuse, abbandonate o chiuse (soprattutto d’inverno quando l’acqua gela), lasciano all’asciutto chi non ha l’acqua corrente in casa, magari perché non ha casa.

Palazzo di Giustizia
Il Palazzo di Giustizia, gigantesco complesso in Via Lattanzio Gambara, nuovissimo edificio che ospiterà il tribunale di Brescia è attualmente inutilizzato ed è stato già utilizzato da alcuni senzatetto par trascorrervi la notte e alloggiarvi i pochi beni personali.
Si è già intervenuti serrando con nuovi blocchi gli ingressi più accessibili.

PCB
Casa occupata PCB, in via Villa Glori è una delle poche esperienze “squot” a Brescia, in cui l’occupazione di una casa abbandonata è esplicita e assume un carattere di denuncia politica del disagio abitativo.
Il PCB, nato dall’esigenza di spazi da autogestire, è rimasto aperto per circa due mesi in cui oltre a dare alloggio a una decina di ragazzi ha anche offerto attività culturali e sociali alla popolazione.
Chiuso e sgomberato dalle Forze dell’Ordine, ora è inutilizzato ed è tornato a far parte della folta schiera di case private abbandonate presenti in Città.

Piazza Vittoria
Piazza Vittoria, in cui ogni giorno sulle scale delle Poste Centrali stazionano e si incontrano molte persone (italiani e stranieri) semplicemente per passare la giornata in un posto pubblico abbastanza sicuro.
Nel tempo, Piazza Vittoria, è stata attraversata dalle culture metropolitane più varie dagli Indiani metropolitani agli attuali B-Boys.

Stazione e dintorni
La stazione, in ogni città luogo di scambi, incontri e transito anche a Brescia è abitualmente frequentata da persone emarginate gravi che possono usufruirne dei servizi ma anche del riparo dal freddo e dalla pioggia.
Oggi è utilizzata per passarci la notte, in locali abbandonati o nei vagoni dei treni.
Molto più difficile di un tempo è però “viverci” perchè molto presidiata dalle forze dell’ordine e per la scelta della direzione di chiudere le sale d’aspetto o i bagni pubblici durante la notte.

Rive del Garza
Rive del Garza, piccolo torrente affluente del Mella perlopiù interrato che attraversa la Città.
Sulle sue rive alquanto degradate molti senza fissa dimora cercano un luogo riparato e nascosto anche per consumare sostanze lontano dagli sguardi della gente comune.
Recentemente, uno di questi frequentatori è stato trovato annegato.

Torre rosa
La Torre Rosa, così chiamata dai suoi frequentatori è stata luogo di residenza per decine di senzatetto, soprattutto stranieri, che l’hanno utilizzata per viverci e dormire.
Dopo la morte di uno di questi frequentatori è stata sgomberata e completamente murata per impedirvi l’accesso.
Dall’alto dei suoi 20 piani la torre chiede di guardarla, scoprendo le due facce della medaglia bresciana: la speculazione edilizia e finanziaria che l’ha costruita per poi abbandonarla che contrasta con l’urgenza abitativa di molti.

Zona Porta Milano
Zona di Porta Milano, comunemente considerata uno dei luoghi in cui si concentra la prostituzione notturna in città, è oggi abitata soprattutto da stranieri e italiani con scarse possibilità economiche.
Nei Parchi stazionano molti senza tetto, che si aggregano e si “arrangiano la vita”.
La zona è spesso soggetta ai controlli e agli sgomberi della Polizia ed è stata teatro dell’ultima tragica morte a Brescia di un “barbone” per assideramento.