La storia qui narrata da Giovanni Paini, Responsabile della Comunità di San Giorgio (MN), è vera!

Lo premettiamo perché potrebbe, in effetti, sembrare frutto della fantasia e della più fervida creatività narrativa. Niente di tutto ciò!

Buona lettura!

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«Andiamo troppo veloci, camminiamo a testa bassa senza prestare attenzione a ciò che ci circonda, camminiamo talmente veloci che sembra di scappare da qualcosa, da qualcuno, a volte da noi stessi.

Una corsa che ci fa fare e possedere tante cose, avere tanti interessi, tante cose sovrapposte che sembrano vitali in quel momento fino a quando non arrivano nuovi stimoli e allora ciò che hai è trascurabile, marginale, perde di significato. Un faticoso girotondo senza fine e sempre sfuggente.

Però, se rallentiamo e ci prendiamo cura del nostro tempo, qualcosa di nuovo può accadere, che sia qualcosa di inaspettato o volutamente cercato quello che incontriamo o costruiamo prende valore per noi e le persone che ci sono vicine.

Allora ti ricordi e riscopri che le piccole cose sono le più importanti, che i dettagli nella vita fanno la differenza, che le emozioni, quelle semplici, riescono ancora smuoverti da quella bolla che ci circonda.

Questo preambolo è per raccontarvi come un dettaglio, un briciolo di colore giallo e rosso in un campo ancora verde di fine agosto ha catturato l’attenzione di un nostro ospite, e apre al racconto di questa breve storia.

Domiziano si era preso il suo tempo per una passeggiata fuori dalla struttura e ha raccolto i resti di due piccoli palloncini a cui era attaccata una busta da lettera con dentro un biglietto scritto in francese.

Su un semplice foglietto di carta c’era un messaggio scritto da una bambina di sei anni, che invitava semplicemente chi l’avesse mai raccolto a risponderle, lasciando il suo indirizzo.

Domiziano ci ha coinvolto in questa “scoperta” e ha risposto all’appello della bambina raccontandogli qualcosa di sé e della sua più grande passione: la pesca.

Il 26 settembre 2023, inaspettatamente, abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento dalla bambina e dai suoi genitori, con un bellissimo disegno che raffigura Domiziano intento a pescare.

Immaginate l’emozione di Domiziano, immaginate il nostro stupore.

Io non so quanto tempo il palloncino abbia impiegato ad arrivare sino a noi, non so quanti chilometri abbia percorso dalla Francia per arrivare a San Giorgio a Mantova, non so quali intemperie abbia dovuto affrontare il nostro palloncino passando le Alpi per scendere in Val Padana, so solo che un semplice palloncino ha realizzato l’obiettivo e la speranza di una bambina di ricevere una risposta da qualcuno lontano da sé, qualcuno che potesse restituirgli la sua voglia di comunicare, senza barriere, senza maschere sulle ali della fantasia, del gioco e della spensieratezza.

So solo che un fragile palloncino è arrivato alla sua destinazione con caparbietà e resistenza, senza calcolare il tempo, sapendo solo che su di lui erano riversate le speranze di una bambina e dei suoi genitori che volevano vederla felice ed emozionata.

Come diciamo spesso in struttura “obiettivo pienamente raggiunto” per la bambina e la sua famiglia, per il palloncino e per Domiziano, che in modo spontaneo durante una semplice passeggiata per prendere una boccata d’aria dalla vita della comunità, è passato dal vedere distrattamente l’ambiente in torno a lui, al guardarlo soffermandosi su un piccolo dettaglio.

Un particolare che ha smosso il suo interesse, maturato in emozione e divenuto qualcosa che rimarrà nei suoi e nei nostri ricordi come qualcosa di bello che ha generato un piccolo grande momento di felicità».