Venerdi 30 maggio le Comunità di Bessimo, Cremona, Fara Olivana, Manerbio, Pudiano e San Giorgio si sono sfidate per il torneo di calcio primaverile organizzato da Cooperativa di Bessimo ONLUS negli spazi dell’Oratorio San Filippo Neri di Manerbio. Una giornata di condivisione e amicizia ma anche di sana competizione e divertimento che ha permesso ai ragazzi, che stanno affrontando un percorso di cura e riabilitazione nella rete dei servizi della cooperativa, di vivere un’esperienza diversa e ricca di emozioni.
Un torneo combattuto e scandito da giocate avvincenti e grandi colpi di scena che hanno portato sul podio la Comunità di Cremona vincitrice in finale, per due a zero, sulla comunità di Fara Olivana seguita dalla squadra di Bessimo con un terzo posto conquistato dopo un’intensa sfida con la comunità di Pudiano. Al quarto, quinto e sesto posto, in ordine, Pudiano, Manerbio e San Giorgio.
In fondo alla news, qui sotto, la galleria fotografica delle premiazioni!
La classifica è importante, certo, perché restituisce, nei fatti, il risultato della sfida ma non c’è solo quello, «si tratta, infatti, di eventi importanti ben al di là dei risultati materiali per gli ospiti dei servizi – spiega Nicola Danesi, Responsabile della Comunità di Manerbio – che trovano nello sport un’importante occasione di impegno e di concretezza per vivere la comunità e il gruppo in modo diverso da quanto accade nella quotidianità.
L’impegno dell’allenamento, nelle settimane precedenti al torneo, ha permesso loro di focalizzarsi su un obiettivo concreto e di lavorare insieme per raggiungerlo». Una splendida occasione anche per uscire dalla comunità e incontrare il territorio, «durante il torneo, infatti, abbiamo ricevuto – continua Nicola – la visita del Sindaco di Manerbio, Paolo Vittorielli, che si è intrattenuto per diverso tempo con noi e con i ragazzi commentando le partite in corso e sottolineando l’importanza di queste manifestazioni».
SPORT, EMOZIONI, COMUNITÀ
Una giornata di condivisione che, sia per i ragazzi che per i loro educatori, ha assunto tanti e diversi significati e ha messo in luce altrettanti aspetti del percorso in comunità.
«Allenarsi è fatica e la fatica è vita – ha spiegato Anna Apicella, Responsabile della Comunità di Cremona – e, in questo caso, i ragazzi hanno potuto vivere una bellissima esperienza di gioco di squadra per la quale si sono allenati molto. Per tutto l’anno, infatti, grazie al prezioso apporto di Claudio e Marco, educatori in comunità, i ragazzi sperimentano tante e diverse attività che permettono loro di concentrarsi sul proprio corpo anche in relazione a quello degli altri in contesti di gruppo e di fatica con l’obiettivo di ristabilire la connessione con l’altro, percezione che in molti casi, purtroppo, per la vita che hanno condotto, viene un po’ meno. Qualcuno diceva che “non c’è nulla di più terapeutico di una bella esperienza vissuta” e penso che, l’esperienza del torneo, ne sia l’esempio più lampante».
Sono attività importanti «per la nostra comunità – ha aggiunto Diana Granelli, Responsabile della Comunità di Fara Olivana – ma anche per le altre perché permettono ai ragazzi di incanalare la propria energia verso il raggiungimento di obiettivi personali, in questo caso riguardanti lo sport. È stata anche una giornata all’insegna del fair play perché tutti, a mio avviso, si sono impegnati a dare il massimo e a giocare con spirito di comunione e di solidarietà l’uno verso l’altro. Il momento di insieme in comunità, poi, ci ha permesso di sentirci tutti parte della grande famiglia della Cooperativa di Bessimo: insieme abbiamo condiviso la ritualità della cena per la quale ognuno ha portato qualcosa da condividere ma ci siamo anche potuti incontrare, evento molto raro dato che le diverse sedi sono molto distanti tra loro».
Un’esperienza preziosa per i ragazzi ma anche per i loro educatori «dei quali ho notato – racconta Margherita Mottinelli, educatrice a Bessimo – l’entusiasmo e la gioia nel vederli giocare, fare qualcosa per cui hanno faticato e messo impegno e che li ha fatti stare bene a prescindere dall’aver vinto o perso. Sono occasioni di coesione che aiutano anche a sciogliere eventuali tensioni che si creano naturalmente all’interno di un contesto comunitario e che lo sport, come ha ben dimostrato in questo caso, aiuta ad alleggerire ma anche a schiarire mettendo in luce alcune difficoltà che durante la quotidianità magari non si riescono a vedere perché si è appesantiti da tante altre dinamiche da gestire».
Occasioni gioiose e gratificanti ma anche «impegnative – ha aggiunto Maria Daldossi, Responsabile della Comunità di Pudiano – sia per la preparazione fisica degli allenamenti nei giorni prima, sia per preparare l’allestimento della cena da portare. Giornate come questa sono anche sempre fonte di gioia perché ritroviamo tante persone che sono passate da Pudiano e che poi si sono spostate in altri servizi della cooperativa (Pudiano è una comunità di orientamento) e con loro ci raccontiamo come stanno proseguendo i percorsi ma condividiamo anche tanti ricordi e momenti vissuti insieme. I ragazzi, rientrati in comunità, hanno commentato positivamente l’esperienza e, in particolare, hanno sottolineato come siano stati tutti molto rispettosi in campo».
Un’esperienza «unica, ricca di sensazioni positive e sfide – la descrivono così Alice Vincenzi e Valentina Aldrovandi, educatrici a San Giorgio – durante la quale, tra una partita e l’altra, i ragazzi hanno tifato per le squadre anche se avversarie, hanno chiacchierato con altri ospiti, ex compagni di percorso, abbiamo riso, scherzato e cantato. Tra un gol e una sconfitta, abbiamo avuto la possibilità di stare insieme, di vivere la competitività e il gioco di squadra, elementi importanti per affrontare i momenti critici che spesso la vita ci mette davanti. E dulcis in fundo, abbiamo finito la giornata in bellezza: con la musica! Alcuni ragazzi hanno suonato la chitarra e lo djembe, riuscendo a creare unione e melodia senza nemmeno conoscersi. E infine la comunità di San Giorgio ha provato a intonare Gli Anni degli 883: vivendo un forte momento di unione e spensieratezza perché con le braccia al cielo, cantando a squarcia gola abbiamo creduto davvero in quelle parole “gli anni di qualsiasi cosa fai, gli anni de tranquillo siam qui noi, siamo qui noi”».
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L’evento è stato reso possibile dalla Parrocchia di Manerbio «che ci ha ospitati in oratorio – continua Nicola – mettendoci a disposizione spazi e ambienti. Ringrazio, in particolare il Parroco, Don Alessandro Tuccinardi, che, dal 2018, anno da cui riveste questo ruolo, è sempre attento e vicino alla nostra comunità e non manca mai di condividere e vivere insieme a noi del tempo bello e costruttivo oltre che, come è stato per il torneo, ospitarci con amicizia e, davvero, grande disponibilità».
Un’amicizia che continua da tempo e che vede impegnati i ragazzi della comunità «in alcune attività in parrocchia – racconta Don Alessandro – tra cui l’allestimento e lo smontaggio delle scene per gli spettacoli durante la stagione teatrale ai quali, poi, partecipano come spettatori, la manutenzione degli spazi dell’oratorio ma anche diverse attività in condivisione come il consiglio pastorale negli spazi della comunità oppure il rosario con loro, una cena fraterna e tante altre. Una collaborazione che abbiamo presentato come segno giubilare di attenzione ai più fragili». La giornata è poi proseguita negli spazi della Comunità di Manerbio con una cena tutti insieme, alla quale ogni comunità ha contribuito, e con le premiazioni del torneo: un bel momento di riconoscimento delle fatiche messe in campo, di convivialità ma anche di coraggio dimostrato da chi si è concesso un fine serata con il karaoke.
IL PODIO E LE PREMIAZIONI
I vincitori: la Comunità di Cremona
2° posto: la Comunità di Fara Olivana
3° posto: la Comunità di Bessimo
4° posto: la Comunità di Pudiano
5° posto: la Comunità di Manerbio
6° posto: la Comunità di San Giorgio
Miglior capocannoniere: