DUE PERCORSI DAI NOSTRI SERVIZI
I servizi della Cooperativa di Bessimo nascono a «bassa soglia», definizione che racconta servizi ai quali può accedere chiunque indistintamente.
Da un lato ciò significa non porre limiti eccessivi all’accoglienza della persona che accede, quindi, al servizio nella condizione in cui si trova senza eccessivi filtri consentendole di sentirsi non giudicata, accolta e compresa per ciò che è. Dall’altro lato, la «bassa soglia», è un buon esercizio di accoglienza meno discriminante possibile per avere a che fare, da subito, con i bisogni fondamentali delle persone.
Attraverso tali informazioni e consapevolezze la cooperativa è riuscita a diversificare la propria offerta per rispondere a questi bisogni in maniera più diretta e innovativa: a esigenza rilevata si è cercato di trovare una risposta o, perlomeno, di costruire, sempre insieme alla persona accolta, un percorso per trovare una soluzione adatta ed efficace a una situazione specifica.
L’esempio di Don Redento Tignonsini, fondatore nel 1976 della Cooperativa di Bessimo, ci ha lasciato sicuramente basi filosofiche e culturali sulle quali riflettere ma anche, e soprattutto, una «visione contestualizzante della persona»: Redento diceva che il «consumo è il sintomo, non è il problema» proprio perché un individuo non può essere considerato solo per il problema che presenta, ma anche per il contesto entro il quale si colloca con la sua difficoltà – anche nel percorso di riabilitazione dove la persona si inserisce, seppur temporaneamente, in un contesto di condivisione e di interazione con altri, operatori e ospiti dei servizi.
Contesto che, in una più ampia visione del problema, non è solo individuale ma anche, e soprattutto, sociale: la nostra mission si pone, infatti, non solo la cura del singolo ma anche l’intervento sulle cause che favoriscono l’emersione di queste «fatiche del vivere» orientandosi tramite una bussola che segna, almeno, due percorsi fondanti.
Il primo è che il lavoro di accoglienza e di riabilitazione vada sempre nella direzione del rispetto dei diritti civili delle persone, perché qualsiasi intervento che imponga una limitazione anche parziale dei diritti delle persone che ospitiamo e che incontriamo, porta in direzioni coartate e non libere; nel secondo caso è importante che ogni intervento poggi le sue basi su evidenze e che mai si inventino metodi che ci «sembrano» funzionali o «magici»: dobbiamo sempre studiare per applicare strumenti efficaci e riconosciuti.
Il Presidente
Giovanni Zoccatelli