ACT – Associazione Carcere e Territorio ha presentato il libro «La Stanza»: un testo nato all’interno del progetto «Evasioni Creative» per raccontare ai bambini cos’è il carcere.  Autori del libro illustrato sono persone che il carcere l’hanno incontrato nella loro vita: come figli di genitori detenuti, come genitori detenuti, come fratelli e amici.

Il libro è stato presentato sabato 6 settembre a Cascina Parco Gallo a Brescia e rientra, anche, nelle azioni del Progetto «Terzo Tempo» che opera nelle città di Mantova, Cremona, Brescia, Bergamo e relative province e intende garantire una presa in carico multidimensionale dei minori, realizzata nell’ottica della messa a sistema di partnership pubblico-private e della ricomposizione delle risorse (anche economiche) presenti sui diversi territori. Costruito grazie alla collaborazione tra 12 enti partner, la Cooperativa di Bessimo ne è ente capofila.

Un progetto e un libro davvero intensi che Cooperativa di Bessimo ONLUS ha deciso di sostenere: per questo condividiamo con piacere anche qui sui nostri canali un articolo scritto da Laura Salata – Pedagogista Ass. Carcere e Territorio.

LEGGILO SUL BLOG DEL PROGETTO «TERZO TEMPO»: https://percorsiconibambini.it/terzo-tempo/2025/09/22/la-stanza-di-act-brescia/

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Sabato 6 Settembre, alle 11.30 presso Cascina Parco Gallo a Brescia è stato presentato il libro «La Stanza», un testo nato all’interno del progetto «Evasioni Creative» promosso da ACT – Associazione Carcere e Territorio ma, soprattutto, «dal desiderio di raccontare – spiega l’Associazione – ai bambini ed ai ragazzi cosa sia il carcere. Autori del libro illustrato sono persone che il carcere l’hanno incontrato nella loro vita: come figli di genitori detenuti, come genitori detenuti, come fratelli e amici. “C’era una stanza, non si sa bene dove, ma non importa. Questa stanza poteva trovarsi ovunque, perché non era una stanza come tutte le altre”»

Cos’è «La Stanza»?

Lo racconta Laura Salata – Pedagogista Ass. Carcere e Territorio (terza da sinistra nell’immagine):

“La Stanza” dei racconti

Da più di 15 anni l’Associazione Carcere e Territorio si occupa di genitorialità in carcere. In questo lungo percorso ho imparato che lavorare in questo ambito significa camminare su almeno due binari.

Il primo è quello delle persone detenute o in misura alternativa. Con loro, il tema della paternità e della maternità diventa spesso un primo gancio: un punto da cui ricostruire fiducia — in sé stessi e negli altri — e scegliere di lavorare su di sé, per il proprio bene e per quello delle persone amate.

Il secondo binario è quello dei bambini e delle famiglie. Perché troppo spesso ci dimentichiamo che ci sono persone che scontano una pena senza aver commesso reati. Sono figli, figlie, partner, genitori. E lavorare accanto a queste famiglie mi ha dato una certezza: se vengono accompagnate, se trovano spazio e ascolto, allora possono trasformare questa esperienza traumatica. Possono rileggere il carcere come una parentesi — dolorosa, ma temporanea — da cui ripartire. Con più libertà di prima.

Da qui nasce “Evasioni Creative”

È proprio da questa convinzione che nasce il progetto “Evasioni Creative” e, con esso, il libro “La Stanza”. Un libro pensato per spiegare il carcere a bambini e ragazzi.

Crediamo che la verità, anche la più difficile, se raccontata con le parole giuste, possa diventare un passo fondamentale nella crescita. Per questo nel testo non troverete mai la parola carcere. Non volevamo descrivere la vita dentro un istituto di pena, ma raccontare le emozioni che vi si vivono. Emozioni che non sono soltanto negative, ma includono anche la speranza e la potenza della creatività.

Le paure e i silenzi

Molti dei ragazzi a cui ci rivolgiamo frequentano le nostre scuole. Più di quanti immaginiamo. Ma spesso non hanno le parole per raccontarsi. Non hanno uno spazio in cui confrontarsi.

Le famiglie ci dicono chiaramente che c’è paura. Paura del pregiudizio. Paura di un luogo chiuso, rigido, punitivo. Paura di non riuscire a sostenere l’incontro con una persona cara che è dentro. Paura, a volte, persino di nominare la parola carcere.

E poi ci sono i ragazzi che conoscono il carcere solo attraverso la TV, le serie, i fatti di cronaca. Ma non hanno mai avuto un’occasione per parlarne davvero. Non sanno — e qui cito una frase del nostro libro — che:
“Da dentro si poteva uscire solo dopo tanto tempo. Da fuori, invece, per entrare… bastava un attimo.”

 

Come è nato il libro

Il progetto ha coinvolto persone in misura alternativa, in collaborazione con l’Uepe di Brescia. Abbiamo scelto di proporlo fuori dal carcere: perché chi è fuori, ma sconta una pena, non è meno solo di chi è dentro.

In dieci appuntamenti di laboratorio artistico-narrativo, i partecipanti hanno lavorato con il maestro di disegno Alfonso Di Mauro, raccontando cosa significasse per loro la detenzione. Hanno dato voce a emozioni, paure, desideri.

Da quelle parole, la maestra Alessandra Spreafico ha costruito la storia. Così è nata “La Stanza”.

L’obiettivo è chiaro: promuovere l’idea che non sia la punizione a generare comprensione e cambiamento, ma la capacità di accogliere le proprie emozioni e, allo stesso tempo, riconoscere il peso delle proprie azioni.

Chi ha disegnato “La Stanza”

Dietro le tavole del libro ci sono persone, storie, vite reali.

Hassan, papà di cinque figli. Alcune illustrazioni le ha realizzate proprio insieme a uno di loro.

Angelo, che non ha avuto la forza di partecipare alla prima presentazione. Mancano pochi mesi alla fine della sua pena, e anche la paura del futuro merita rispetto.

Michael, che ci ha lasciati un mese fa. A lui dobbiamo alcune delle tavole più intense, quelle che raccontano la sua sensibilità e la sua dolcezza, ma anche il suo buio.

Un libro vero

Per noi, questo libro è bellissimo. Perché è vero. È stato disegnato e raccontato da chi sa davvero cosa significa carcere, e ha scelto di donarci il proprio sguardo, i propri pensieri, le proprie emozioni.

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Laura Salata – Pedagogista Ass. Carcere e Territorio

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Per saperne di più: